All’interno della struttura del Mercato Ittico all’Ingrosso di S. Benedetto del Tronto è possibile visitare alcuni musei che illustrano la tradizione, la storia, le curiosità legate dell’attività economica principale di questo luogo: la pesca. Essi sono: l’Antiquarium Truentinum, il Museo delle Anfore, il Museo Ittico e il Museo della Civiltà Marinara delle Marche.

L’Antiquarium Truentinum ripercorre la storia dell’antica cittadina di Truentum, come era chiamata S. Benedetto del Tronto; l’esposizione apre con i manufatti litici e oggetti in selce rinvenuti in epoca Neolitica nella vicina Porto d’Ascoli, ascee bronzee provenienti da una collezione privata e reperti di epoca picena provenienti dal territorio circostante. Il percorso continua con la sezione romana: interessante è la stele di Marcilius, un abitante del luogo che faceva il lavoro di porporato nel I sec. a. C. La sezione romana ospita, inoltre, una statua togata, epigrafi, sarcofagi e dolii.

Il Museo delle Anfore rappresenta un unicum in Italia, in quanto raccoglie reperti sottomarini di epoche e civiltà diverse (anfore cananee, fenicie, puniche, greche, romane, bizantine); esse sono state recuperate  dalle reti dei motopescherecci della marineria di S. Benedetto nel corso del ‘900, quando si praticava la pesca a strascico in aree diverse, dall’Egeo allo Ionio, dal Tirreno al mare di Sicillia e all’Adriatico. Il museo è concepito per fornire informazioni sulla funzione delle anfore, (utilizzate per il trasporto di olio, vino e garum, la salsa di pesce apprezzata dai romani), sugli scambi commerciali nel Piceno antico, sull’archeologia subacquea e sulla organizzazione e stivaggio delle anfore sulle antiche imbarcazioni romane (con ricostruzione in scala quasi reale di una nave romana).

Il Museo Ittico conserva tantissime specie di pesci: esso è stato organizzato da alcuni soci della Pescasportiva “Giovanni Poloni” nel 1956, con l’intento di conservare tutto ciò che il mare è in grado di donare. Si possono trovare esemplari, anche molto rari, di selaci, cetacei, rettili, echinoderi, celenterati, coralli, poriferi, policheti, tunicati ed alghe; non mancano, inoltre, reperti archeologici e acquari. Di interesse anche i numerosi fossili che spaziano dal Mesozoico al Quaternario, donati da

diversi cittadini.

Il Museo della Civiltà Marinara delle Marche si sviluppa per unità narrative volte a restituire informazioni e dati sul passato marinaro sanbenedettese e regionale. Le sezioni narrative prendono in esame il tema del “Viaggio”, “I luoghi del mare”, “I mestieri del mare”, “La corda, le reti, le vele” , “L’arte del costruire” e “Il mare comune: l’Adriatico”. Una sezione è dedicata al “Porto” che si osserva dal terrazzo; nella sezione “La barca e la pesca” troviamo la riproduzione della bellissima paranza (barca simbolo delmuseo); si  prosegue con la sezione “Pesca oceanica” con la illustrazione delle rotte della marineria sanbenedettese, “l’Approdo” ,dedicato alla spiaggia e allo sbarco del pescato, “L’approdo negato” che ci  racconta gli episodi più drammatici delle numerose tragedie in mare, “La commercializzazione, l’industria del pesce” con approfondimenti sul tema del mercato ittico come spazio e luogo della commercializzazione. Infine, “La letteratura di mare”.

Il museo ci fa conoscere lo spaccato socio-economico di una città di mare come S. Benedetto del Tronto: oltre all’attività marinara, S. Benedetto (dopo aver mantenuto per molto tempo il primato di maggiore porto peschereccio d’Italia) vanta anche una lunga tradizione manifatturiera legata al ciclo della corda e delle reti da pesca.