La pinacoteca civica di Ascoli Piceno si trova al’’interno del Palazzo dell’Arengo ed è considerata uno dei musei più importanti delle Marche, seconda soltanto alla Galleria Nazionale di Urbino. Viene fondata nel 1861 e al suo interno ha ospitato, inizialmente, opere d’arte provenienti da chiese di Ascoli e del territorio della provincia; nel tempo si è arricchita grazie al deposito del medico ascolano Antonio Ceci, che ha arricchito la pinacoteca di capolavori importantissimi e di varia tipologia, e grazie all’opera dell’ascolano Giulio Cantalamessa, pittore, nonché uno dei più importanti critici d’arte moderni: fu proprio lui a garantire alla pinacoteca di Ascoli Piceno il deposito permanente di alcuni capolavori (dipinti e sculture) provenienti dalla GNAM di Roma.

La caratteristica più interessante di questo museo consiste nel fatto che, visitandolo, si ha l’impressione di trovarsi all’interno di un palazzo nobiliare: le opere d’arte sono, infatti, accostate ad oggetti di arredo di grande ricchezza e preziosità: mobili marchigiani del ‘700, lampadari in murano, specchiere veneziane.. questi oggetti di arredo sono stati donati al comune di Ascoli dalla nobile famiglia Sgariglia, una delle più importanti della nostra città.

Tra i numerosissimi capolavori che troviamo in pinacoteca (le opere d’arte abbracciano una arco temporale che va dal XIII al XX sec.), ricordiamo: i polittici di Valle Castellana  di Carlo Crivelli, il piviale del papa Nicolò IV realizzato con una antichissima tecnica di ricamo e unico in Italia, “S. Francesco che riceve le stimmate” di Tiziano Vecellio, l’”Annunciazione” di Guido Reni, il “transito di S. Giuseppe” di Luca Giordano, “passeggiata amorosa” di Pellizza da Volpedo.