{"id":1194,"date":"2016-02-03T19:06:03","date_gmt":"2016-02-03T18:06:03","guid":{"rendered":"http:\/\/localhost\/?p=1194"},"modified":"2016-02-03T19:06:03","modified_gmt":"2016-02-03T18:06:03","slug":"s-biagio-nel-piceno","status":"publish","type":"post","link":"http:\/\/localhost\/s-biagio-nel-piceno\/","title":{"rendered":"S. Biagio nel Piceno"},"content":{"rendered":"

Vissuto tra il\u00a0III<\/a>\u00a0<\/strong>e il\u00a0IV secolo<\/a><\/strong>\u00a0a\u00a0Sebaste<\/a>\u00a0in\u00a0Armenia<\/a><\/strong>\u00a0(Asia Minore<\/a>), era\u00a0medico<\/a>\u00a0e venne nominato\u00a0vescovo della sua citt\u00e0<\/a>. A causa della sua fede venne imprigionato dai\u00a0Romani<\/a><\/strong>;\u00a0durante il processo rifiut\u00f2 di rinnegare la fede cristiana e, per punizione, fu straziato con i pettini di ferro<\/strong>, che si usano per cardare la lana<\/strong>. Mor\u00ec\u00a0decapitato<\/a>. Nel Medioevo<\/strong>, ad Ascoli Piceno<\/strong>, S. Biagio viene venerato dalla corporazione dei lanari<\/strong>: egli \u00e8 infatti il protettore dei cardatori di lana..<\/strong>\u00a0la produzione e lavorazione della lana ha costituito per la citt\u00e0 picena un\u2019attivit\u00e0 economica molto importante.<\/em><\/span><\/p>\n

A san Biagio<\/strong> sono stati attribuiti diversi\u00a0miracoli<\/a>, tra cui il salvataggio di un bambino<\/strong> che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce.<\/strong> Questo miracolo viene rappresentato da Domenico Paci<\/strong>, nella prima met\u00e0 del 1800, in una bellissima statua che si trova oggi nella cripta della Cattedrale di S. Emidio<\/strong>, ad Ascoli Piceno<\/strong>. L\u2019opera proviene dalla chiesa di San Biagio<\/strong>, un tempo esistente davanti la Cattedrale.\u00a0\"Immagine-046\"<\/a><\/em><\/span><\/p>\n

S. Biagio era un santo molto venerato nel territorio piceno, insieme a S. Emidio<\/strong> (protettore dal terremoto), invocato anche contro il mal di gola<\/strong> (questo ci fa capire quanto la difterite<\/strong> era una malattia molto temuta, soprattutto nelle campagne..). Anticamente si facevano benedire dei panini<\/strong> che venivano mangiati per devozione o per proteggere dal mal di gola, successivamente sostituiti da pezzetti di pane benedetto<\/strong>,\u00a0distribuiti ai fedeli dopo la messa. Oggi, e anche in passato, vengono acquistate sul sagrato della Cattedrale di Ascoli Piceno<\/strong> le ciambelle di San Biagio<\/strong> che sono ancora un prodotto caratteristico<\/strong> della ricorrenza del 3 febbraio<\/strong>, giorno successivo alla Candelora<\/strong> che ricorda la festa della Presentazione di Ges\u00f9 al tempio.<\/strong><\/em><\/span><\/p>\n

 <\/p>\n

Ricetta per le “ciambelle di S. Biagio”<\/strong><\/span><\/p>\n

500gr di Farina<\/span>
\n 3 uova intera<\/span>
\n 2 cucchiai di Zucchero<\/span>
\n 3 cucchiai di olio d\u2019oliva<\/span>
\n 1 pizzico di sale<\/span>
\n 3 cucchiai di Mistr\u00e0 (o altro liquore)<\/span><\/p>\n

Procedimento<\/strong><\/span>
\n Sbattere le uova con lo zucchero, il pizzico di sale, l\u2019olio e la farina setacciata. Lavorate l\u2019impasto fino a renderlo omogeneo.<\/span><\/p>\n

Mettere a bollire l\u2019acqua in una pentola.<\/span>
\n Dividere il composto in base alla grandezza desiderata e create dei rotoli lunghi da unire alle estremit\u00e0 a formare delle ciambelle, schiacciatele leggermente.<\/span><\/p>\n

Gettatele una per volta nell\u2019acqua bollente e lasciatele cuocere per circa 4-5 minuti. Scolatele ed asciugatele e fatele riposare per circa un’ ora.<\/span><\/p>\n

Accendete il forno a 200\u00b0 e infornate le ciambelle per circa mezz\u2019ora.<\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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