{"id":40,"date":"2014-08-22T10:50:45","date_gmt":"2014-08-22T08:50:45","guid":{"rendered":"http:\/\/localhost\/?p=40"},"modified":"2016-01-08T23:05:41","modified_gmt":"2016-01-08T22:05:41","slug":"museo-dellarte-ceramica","status":"publish","type":"post","link":"http:\/\/localhost\/museo-dellarte-ceramica\/","title":{"rendered":"Il Museo dell’arte ceramica"},"content":{"rendered":"

Inaugurato \u00a0nel 2007, il Museo dell’Arte Ceramica<\/strong> \u00e8 dedicato alla ceramica ascolana che ad Ascoli Piceno viene prodotta dal XV sec. ll museo \u00e8 collocato in Piazza San Tommaso<\/strong>, sede dell’antico anfiteatro romano; oggi accoglie la bellissima chiesa romanica di San Tommaso. Nella prima sezione del museo sono esposti i pi\u00f9 antichi esempi di maiolica ascolana, ovvero dei “piattini” in ceramica<\/strong> che ancora oggi si possono ammirare sulle facciate delle chiese ascolane. In questi oggetti si pu\u00f2 osservare l’utilizzo dell’ossido di rame<\/strong> che d\u00e0 la caratteristica colorazione verde<\/strong> agli oggetti (ramina<\/strong>). Ancora oggi, alcuni ceramisti<\/strong> di Ascoli ripropongono questa antica tecnica..\u00a0<\/em><\/p>\n

Alla fine del XVI sec. ad Ascoli non si riusciva pi\u00f9 a soddisfare la richiesta di ceramica e, da questo momento, Ascoli Piceno importa ceramiche dalla famosa citt\u00e0 di Castelli<\/strong> in Abruzzo<\/strong>; le ceramiche castellane<\/strong> sono, oggi, un nucleo importante di questo museo.<\/em><\/p>\n

\"Francesco<\/a>

Francesco Grue, Castelli.<\/p><\/div>\n

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Nel chiostrino del museo le teche espongono alcune delle numerose ceramiche collezionate dal medico ascolano Antonio Ceci<\/strong>: ceramiche liguri<\/strong>, porcellane<\/strong> (ricordiamo quelle della manifattura Ginori<\/strong>), i piatti “Arlecchino”<\/strong> da Montelupo, ceramiche di Faenza e Deruta<\/strong>.<\/em><\/p>\n

Al piano superiore sono esposte le ceramiche ascolane realizzate da Giovanni Paci<\/strong>, membro di \u00a0una nota famiglia di artisti ascolani del XIX sec. Famoso \u00e8 l’elemento decorativo che questi artisti erano soliti usare nelle loro ceramiche: la “rosa dei Paci”<\/strong>;\u00a0tra le ceramiche esposte troviamo alcuni oggetti bizzarri, come gli scaldini che le signore tenevano in mano per scaldarsi.\u00a0<\/em><\/p>\n

\"Albarello,<\/a>

Albarello, ceramica di Castelli.<\/p><\/div>\n

L’ultima sezione \u00e8 dedicata alla manifattura Matricardi<\/strong>, attiva dagli anni Venti<\/strong> ad Ascoli Piceno; bellissime le ceramiche di Giancarlo Polidori<\/strong> in stile Liberty<\/strong> e i servizi da th\u00e9<\/strong> decorati da Adolfo De Carolis<\/strong>, ispirati ai disegni delle paranze<\/strong> di San Benedetto del Tronto. Il percorso espositivo si conclude con le ceramiche della manifattura Spada<\/strong> e FAMA<\/strong><\/em><\/p>\n

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