L’itinerario attraversa i borghi storici inseriti nel “panorama lunare” del territorio Piceno, chiamato così per la presenza dei calanchi: un fenomeno geomorfologico di erosione del terreno che si produce per l’effetto di dilavamento delle acque su rocce argillose. Il tour tocca alcuni dei più belli borghi storici: Montalto delle Marche, Patrignone, Carassai, Ripatransone,Montefiore dell’Aso, Castignano.

PUNTO DI INCONTRO: Piazza Sisto V Montalto delle Marche

DURATA:  6 ore c.a, intera giornata

TRASPORTO: a piedi, bus o macchina per lunghi spostamenti

Possono essere previsti costi aggiuntivi per l’ingresso ad alcuni siti

NOTE: L’itinerario può essere soggetto a cambiamenti sulla base di ogni vostra esigenza. 

L’itinerario ha inizio a Motalto delle Marche; questo borgo è legato alla figura di Papa Sisto V  che, seppur nato a Grottammare, aveva a Montalto le sue origini familiari e qui è stato educato. Montalto fu nominata sede vescovile dal papa e capitale dell’omonimo Presidato nel 1586. L’impianto medievale fu sottoposto all’adeguamento ad un nuovo progetto, probabilmente di mano del famoso architetto papale Domenico Fontana. La morte inattesa di Sisto V, però, frenerà questo ambizioso progetto. Montalto delle Marche è divisa in due nuclei: quello superiore è caratterizzato dalla tardocinquecentesca piazza Umberto I con il monumento all’architetto Giuseppe Sacconi. Essa è chiusa, da un lato, dalla facciata del Palazzo del Preside costruito per volontà di Sisto V nel 1586; casa Orlandi (del 1500) appartenente alla famiglia Peretti (famiglia del pontefice) e la facciata barocca della chiesa di S.Niccolò. Interessanti sono anche i musei, nel Palazzo Municipale: il Museo Archeologico, il “Museo dell’acqua, della terra e della tela”, la Pinacoteca civica.

La parte inferiore del borgo è caratterizzata da Piazza Sisto V con il Seminario vescovile e la Cattedrale di S. Maria Assunta. L’edificio, nella sua parte inferiore, era destinato ad accogliere il Sepolcro di Cristo da Gerusalemme, ma oggi è luogo di sepoltura dei vescovi della diocesi. Nel seminario vescovile è allestito il Museo Sistino, ricchissimo di capolavori, tra cui ricordiamo il Reliquiario donato alla Cattedrale da Sisto V nel 1586, esempio straordinario di arte orafa parigina in argento dorato, smalti e pietre preziose. 

Fuori dal borgo troviamo la chiesa romanico-gotica di S. Agostino (XIII-XIV sec.), che faceva parte di un complesso monastico benedettino, e il convento di S. Francesco alle Fratte, risalente al 1200, che ospitava un crocifisso giottesco ora conservato nel Museo Sistino. Interessante, lungo la valle dell’Aso a poca distanza da Montalto, è il mulino-torre detto “il mulino di Sisto V  del 1500. 

A pochi chilometri da Montalto si arriva a Patrignone. Qui sono nati alcuni importanti personaggi, come Antonio Bonfini, illustre umanista che ricevette la sua formazione nella scuola ascolana del grecista Enoc d’Ascoli, chiamato poi in Ungheria alla corte del mecenate Mattia Corvino. Altro importante personaggio è stato Desiderio Bonfini, artista del legno. A Patrignone si conserva ancora l’originario assetto difensivo medievale, con le mura e le torri castellane, risalente al XIII sec. Di di particolare rilievo è la Chiesa di S. Maria in Viminatu, di stile romanico-gotico, ricca di affreschi, con un tabernacolo architettonico in legno intagliato e dorato, opera dell’artista Desiderio Bonfini. Appartenuto a questa famiglia è il palazzo gentilizio, in Piazza Bonfini. Significativo esempio di architettura barocca è la chiesa rurale di S. Maria delle Grazie, detta Madonna Tonna (cioè tonda) per la pianta ottagonale

Patrignone

Patrignone

Ci spostiamo a Carassai: ancora oggi sono visibili due nuclei distinti, uno risalente al IX sec. e l’altro risalente al XIII sec. Della prima fase, detta Castello Vecchio, resta ancora la Porta di Montagna. Il secondo nucleo, detto Castello Nuovo, presenta ancora le tracce delle “fovee”,depositi di granaglie del XVI sec; troviamo, inoltre, la Collegiata di S. Maria del Buon Gesù (1788) con pregevoli affreschi del Boscoli e di Giuseppe Pauri, allievo di Adolfo De Carolis. A circa 4 km da Carassai, troviamo la Rocca di Montevarmine con le sue merlature ghibelline e di probabile origine longobarda. La Rocca è uno dei pochi esempi di grosse fattorie fortificate del Piceno e sotto le sue mura, nel 1871, è stata rinvenuta la cosiddetta “bombardella manesca” risalente al 1341, la più antica arma da fuoco maneggevole. Appartengono al territorio della Rocca numerose chiese, tra cui ricordiamo S. Angelo in Piano, S. Pietro entro il castello, S. Luca.

Rocca di Montevarmine,Carassai

Rocca di Montevarmine,Carassai

Ripatransone ha tantissime chiese, la più importante delle quali è la Cattedrale di S. Gregorio Magno e S. Margherita (XVI-XVII sec.). Nel paese sono conservate bellissime architetture come il Palazzo Massi-Mauri a forma di carena di nave e un elegante balconcino in ferro battuto del XVIII sec., il Palazzo del Podestà del 1307, il Palazzo Municipale del XIII sec. con interventi successivi e i due teatri: il Teatro Luigi Mercantini del XIX sec. e il Teatro Corte delle Fonti, teatro all’aperto, che sovrasta un antico lavatoio pubblico. Ripatransone è famoso per essere presente nel guinnes dei primati con il vicolo più stretto d’Italia, di soli 43 cm. 

Ripatransone è anche il paese con il più alto numero di musei: il Museo Civico che comprende la pinacoteca, la gipsoteca, il museo etnografico, la galleria d’arte contemporanea, il Museo Archeologico, il Museo Diocesanoil Museo della Civiltà contadina e artigiana, la bottega del vasaio, detto anche Museo dei Fischietti.

 

Montefiore dell’Aso si trova fra le valli dell’Aso e del Menocchia; l’origine del nome deriva, secondo la tradizione, da alcuni versi degli statuti del comune che recitano “la Dea Flora dominò il luogo che ora è designato dal nome dei fiori”. Montefiore è il risultato della fusione in un unico centro dei castelli di Motefiore e Aspramonte; la cinta muraria del XV sec. è conservata integralmente. Di grande interesse è la chiesa di S. Francesco che conserva il monumento funerario dei genitori del Cardinal Partino, il ciclo pittorico del 1300 del Maestro di Offida con la celebrazione del ciclo cristologico, la tomba di Adolfo De Carolis. Montefiore è ricca di chiese, costruite tra il XVI e XVII sec. grazie alla presenza di vari ordini religiosi: la Chiesa di S. Domenico, la Chiesa di S. Filippo Neri, la Chiesa di S. Maria della Fede, la Chiesa della Madonna delle Grazie e la Chiesa di S. Giovanni Battista. 

Nell’Ottocento, grazie anche ad interventi di famiglie benestanti ed enti religiosi, venne costruita la Collegiata di S. Lucia che conserva il polittico di Carlo Crivelli, realizzato in origine per la Chiesa di S. Francesco.

Uno dei personaggi di rilievo di Montefiore dell’Aso è il pittore e incisore Adolfo De Carolis, illustratore di opere di D’Annunzio e di Pascoli di cui Montefiore può vantare una raccolta di bozzetti, xilografie, disegni, sanguigne e studi preparatori, tra cui quello del Palazzo del Podestà di Bologna.

Castignano sorge ai piedi del Monte Ascensione; il suo nome deriva, probabilmente, dalla presenza del bosco di castagni. In questo luogo nasce una tipologia di anice, l’anice verde, usato ai primi del ‘900 per produrre la famosa Anisetta Meletti; Castignano è stato abitato fin da tempi antichissimi, come dimostra la stele con iscrizione picena (VI sec. a.C) che presenta uno dei più antichi esempi di scrittura attribuita al popolo dei Piceni.

Percorrendo le gradinate che conducono alla chiesa dei SS. Pietro e Paolo, nella parte più alta del paese, si ha l’impressione di entrare in una città medievale; la chiesa risale all’XI sec. ma presenta una struttura trecentesca in stile romanico: all’interno si vede l’affresco con il Giudizio Universale del 1400.

Castignano è stata anche terra di Templari: ogni anno si svolge a Castignano una festa che ricorda la presenza dell’Ordine dei Templari in questo territorio, come anche attesta oggi la Chiesa di S. Maria in Borgo (detta dei Templari) con portale che presenta decorazioni geometriche e una formella con il simbolo di questo Ordine guerriero. Altra chiesa di interesse è la Chiesa di S. Egidio del 1600 che conserva opere pregevoli come la Madonna del Rosario di Simone De Magistris e l’ostensorio reliquiario della Santa Croce del XV sec.: al suo interno è conservata la reliquia della croce di Cristo donata da papa Niccolò IV. Gli edifici più interessanti si snodano soprattutto in Via Margherita, la strada principale che attraversa il centro storico, con case del Cinquecento e del Seicento